Milan - Atalanta 0-1
- Admin

- 20 apr
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Un’altra sconfitta. E il fastidio non passa.
Si potrebbe dire che, in un anno così pieno di delusioni e battute d’arresto, un’altra sconfitta non faccia poi così male. Ma non può – e non deve – diventare la normalità. Al Milan, perdere deve sempre fare male. Sempre. Soprattutto a San Siro.
La verità, stavolta, è che questa sconfitta non è neanche meritata. Il Milan non è stato inferiore all’Atalanta, anzi: per lunghi tratti è stato brillante, più pericoloso, più vivo. Ma la verità, nel calcio, ha spesso un nome solo: sconfitta.
Passiamo all’analisi.
Il primo tempo è stato piuttosto scialbo. Il Milan ha scelto di difendere basso, lasciando l’iniziativa all’Atalanta, che ha fatto molto possesso palla – tra il 15’ e il 30’ ha toccato anche l’80% – ma senza mai impensierire veramente. L’unica vera occasione della prima frazione arriva al 35’, con Jovic che sfiora il gol con una girata pericolosa, uscita di poco.
Nient’altro da segnalare nel primo tempo.
Nel secondo, il Milan parte bene, con buone trame offensive che costringono anche Cuadrado all’ammonizione. L’Atalanta va in difficoltà, tanto che Gasperini cambia tre uomini al 60’. Una mossa che, in quel momento, sembra quasi confermare la superiorità rossonera… e invece, finisce per premiarlo.
I nuovi innesti danno freschezza ai nerazzurri, che alla prima vera azione da “Atalanta” trovano l’1-0 con Ederson: transizione veloce, palla in rete. Il Milan aveva appena provato ad alzare il baricentro, ed è stato subito punito.
E da lì, il blackout. Niente reazione immediata, solo stordimento. Come se nessuno, in campo e sugli spalti, si aspettasse quel gol. E in effetti, guardando la partita, nessuno l’avrebbe pronosticato in quel momento.
Il Milan non riesce più a creare vere occasioni. Manca precisione nell’ultimo passaggio, e la difesa dell’Atalanta regge bene. Nel finale, Fonseca (anzi, Coinceao, come verrebbe da dire a qualcuno in modo ironico) prova a mettere dentro tutte le armi offensive, ma ottiene solo confusione.
Fastidio, delusione, frustrazione. Tre parole che si ripetono troppo spesso in questa stagione. E il problema è che, piano piano, ci si abitua. E invece no: al Milan, perdere non deve mai diventare normale.




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